Il Vangelo di quest’ultima domenica prima della Quaresima propone alcune brevi parabole che aiutano ad entrare, già da ora, in uno spirito di conversione e revisione della vita.
Spicca all’inizio del brano l’interrogativo:
“Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutti e due in un fosso?“.
Gesù si serve di questa similitudine per sottolineare che una guida non può essere stolta.
Se chi guida non è nelle possibilità di seguire la strada, sapere dove mettere i passi, riconoscere chi si incontra nel cammino e individuare i pericoli, invece di aiutare la persona che a lui si affida, la espone a insidie e minacce.
La cecità quindi è sinonimo di stoltezza.
Si richiama così l’attenzione di quanti hanno responsabilità educative o di comando: i pastori d’anime, le autorità pubbliche, i legislatori, i maestri, gli educatori, i formatori, gli allenatori, soprattutto i genitori, esortando a essere consapevoli del ruolo delicato e a discernere con sapienza la strada giusta sulla quale condurre gli altri.
La parabola è anche un monito per chi si affida con leggerezza alla guida di altri, suggerendo di vagliarne bene la saggezza, onde evitare di seguire consigli ed esempi di guide cieche, e lasciarsi condurre in un burrone.
Don Michele Fontana